in piazza gramsci mi hai guardato come non guarderai più nessuna mentre volteggiavo ubriaca sulle panchine. Perché c’è sempre qualcosa tra me gli uomini e il comunismo.
15 nov 2025 alle 15:53
perché nn mi fa togliere le forbici dio santo
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11 nov 2025 alle 19:30
voglio vomitare il mio cervello nel cesso e poi andare avanti con la mia vita come un automa
10 nov 2025 alle 10:30
ho chiuso con cui o forse lui ha chiuso con me e l’ho dovuto pregare di baciarmi un’ ultima volta per chiudere il cerchio, sotto la pioggia
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29 ott 2025 alle 17:06
galla è il mio uomo e lo sarà sempre. bisogna solo andare e fare il resto sono cazzate
27 ott 2025 alle 17:25
dovrei
26 ott 2025 alle 15:22
"perchè non mi hai svegliato?"
"non dormivi sul serio quando ti dato la mano l'hai stretta"
"si che dormivo, dovevi svegliarmi"
18 ott 2025 alle 19:09
se qualcuno avesse detto alla me sedicenne che mi sarei ritrovata a farmi chiamare “piccola” da un uomo senza morire di schifo, anzi, credo che lei avrebbe finalmente trovato la forze per l’estremo gesto pur di arrivare a questo livello becero
13 ott 2025 alle 6:41
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serenata indiana _ Montalela bufera e altro
11 ott 2025 alle 11:32
e allora camminavamo alle porte dell'autunno, io nel mio cappotto verde largo e sottile, che scendeva fino ai polpacci, lui nella sua giacca di velluto a coste larghe, marrone scuro con l'interno in montone. Camminavamo per ansare a casa attraverso il parco *** ed eravamo convinti che la felicità fosse un valore a cui poter rinunciare.

Parlavamo poco e mai profondamente.

Mi piaceva guardare il modo in cui i suoi capelli biondicci carezzavano le sue orecchie. Ogni tanto portava delle noccioline e ci fermavamo a nutrire gli scoiattoli.
Ogni tanto, specie nelle giornate più fresche, dicevo "andiamo a prendere il gelato" e così allungavamo oltre piazza dell'***, e raggiungevamo la minuscola gelateria in una via trasversa con i gusti di frutta più buoni della città. Poi tornando indietro ci sedevamo sui gradoni della piazza ed io pestavo forte i piedi per scacciare i piccioni che si avvicinavano.

Non ho mai saputo cosa gli piacesse di me, cosa cercasse dal nostro rapporti. Non ne parlammo mai e io stessa non ero sicura dei miei motivi. Ma mi piace pensare che lui amasse il silenzio di quei giorni e le poche parole, pesate ma leggere.

Spesso per salutarmi mi metteva la mano sulla testa e mi scompigliava i capelli e io arricciavo il naso con finto fastidio. In quel gesto insignificante di saluto era racchiuso il nostro affetto.
Forse siamo stati l'uno per l'altra la persona che al quale si è voluto bene nel modo più genuino, senza mistificazioni o strambe elucubrazioni della mente.
Le cose tra furono semplici, nel loro inizio e nella loro fine.
27 set 2025 alle 14:55
...do you have to let it linger?

non riesco a scrivere, quando voglio e come voglio. Immagino di aver bisogno di vivere per avere qualcosa da raccontare.
quando il dolore non è abbastanza e si diventa vuoti.
quando si è sempre e solo stanchi si ha bisogno di qualcosa che smuova le acque e quando si è malati non è mai qualcosa di buono
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25 set 2025 alle 9:49
the other woman keeps fresh flowers in each room

questo sonno e questa situazione miserabile nel quale sono infilata fino al collo e che ora cerco di combattere con altri uomini, a costo dello squallore e del disequilibrio.
Ho bisogno di essere guardata e toccata e ora che sono sola che lavo i miei vestiti e non mangio perchè non ho voglia di cucinarmi, posso seppellirmi di strane cose e forse fare delle esperienze che negli anni della giovinezza ho lasciato indietro.

Ho freddo, ho bisogno di essere il centro di qualcosa, che qualcosa graviti intorno a me.
Ho sonno, ho bisogno che il mio letto sia occupato da qualcuno di più che me stessa.
Ho fame, non so prendermi cura di me stessa né vivere in funzione di me sola.
24 set 2025 alle 10:04
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  • Montale
ossi di seppia
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22 set 2025 alle 10:14 (edited)