mia cena

me la pagherete con questa storia delle gotiche.
Quando aggiungerò la modalità light la attiverò per tutti improvvisamente alle 2 di notte
Quando aggiungerò la modalità light la attiverò per tutti improvvisamente alle 2 di notte
sperando che somigli almeno lontanamente a Marilyn Monroe 

Come mi sento a commentare su reddit sapendo che la mia aura è schizzata alle stelle e raccolgo upvote solo x la targhetta 

vi esco disegnino fatto in call con una mia amica amwricana e torno a vedere la mia serie slice of life ufficio ! 

se arriviamo all'anno prossimo una torta per hint la faccio, però ci metto ingredienti speciali vi avverto...

Gatto ciccione e coccoloso 



Diversamente da quello che era abitata a vedere, quella una notte era particolarmente oscura, infatti pesanti e minacciose nuvole coprivano la pallida luce della luna.
Probabilmente, pensò la giovane donna vestita di nero, fra poco inizierà a piovere.
Si affrettò a salire le scale di quello che una volta doveva essere stato un tempio imponente, ora ridotto a macerie ricoperte dalla natura selvaggia.
Si guardò intorno, strizzando gli occhi pesantemente truccati di nero, alla ricerca della sua metà mancante.
Era come un richiamo, istintivo e primordiale, che la attirava a gran voce.
Fece scorrere la mano guantata su quella che doveva essere una colonna portante, soffermandosi sull'edera che la ricopriva in modo quasi dispettoso.
Certo, un luogo come quello doveva aver pur significato qualcosa per le persone che lo avevano vissuto... Un po' le invidiava. Chissà quanto poteva essere stato maestoso.
Camminò avanti ancora un po', facendo attenzione a non inciampare in qualche radice nascosta nella fitta erba incurata.
E poi lo vide.
Lì, su un piccolo pezzo di marmo rotto, adagiato come un cristallo prezioso, c'era un cubetto di ghiaccio.
Se la luna non fosse stata coperta, era sicura che avrebbe catturato i suoi raggi, brillando di luce propria.
Oh @ice, esalò la ragazza, ecco dov'eri finito.
Fece un passo in avanti per raggiungere la sua metà, quando si accorse che il lungo vestito era rimasto impigliato in un ramo caduto a terra.
Non volendolo rovinare, si girò per cercare di districarlo, ma evidentemente il destino aveva voluto che restasse impigliato.
Il cielo, forse invidioso per la coppia, iniziò a far cadere le proprie lacrime. Prima piccole, silenziose e poi sempre più copiose.
In un batter d'occhio quella che era una notte grigia ed oscura si tramutò in un temporale brutale.
La giovane donna, consapevole che il suo amato non avrebbe resistito sotto una tale interperia, cercò di liberarsi con più foga di prima...
Tuttavia il destino può essere davvero crudele.
Tirò, strattonò, cercò di strappare quel maledetto vestito, ma nulla sembrava schiodarla dalla sua posizione.
Era lì, impotente, costretta ad osservare come la pioggia stesse sciogliendo il suo amato.
Fu allora che, pervasa da un'improvvisa forza, la giovane riuscì a strappare il vestito e correre verso il suo amato, ma ormai non c'era più nulla da fare...
il piccolo cubetto di ghiaccio era praticamente del tutto sciolto.
Con una mano tremante sfiorò il cubetto, tracciandone il contorno ormai indefinito, imbruttito dalla pioggia crudele, prima che si scomparisse del tutto.
Alle lacrime del cielo, se ne aggiunsero delle altre, più tristi e sincere... e di colore nero.
Probabilmente, pensò la giovane donna vestita di nero, fra poco inizierà a piovere.
Si affrettò a salire le scale di quello che una volta doveva essere stato un tempio imponente, ora ridotto a macerie ricoperte dalla natura selvaggia.
Si guardò intorno, strizzando gli occhi pesantemente truccati di nero, alla ricerca della sua metà mancante.
Era come un richiamo, istintivo e primordiale, che la attirava a gran voce.
Fece scorrere la mano guantata su quella che doveva essere una colonna portante, soffermandosi sull'edera che la ricopriva in modo quasi dispettoso.
Certo, un luogo come quello doveva aver pur significato qualcosa per le persone che lo avevano vissuto... Un po' le invidiava. Chissà quanto poteva essere stato maestoso.
Camminò avanti ancora un po', facendo attenzione a non inciampare in qualche radice nascosta nella fitta erba incurata.
E poi lo vide.
Lì, su un piccolo pezzo di marmo rotto, adagiato come un cristallo prezioso, c'era un cubetto di ghiaccio.
Se la luna non fosse stata coperta, era sicura che avrebbe catturato i suoi raggi, brillando di luce propria.
Oh @ice, esalò la ragazza, ecco dov'eri finito.
Fece un passo in avanti per raggiungere la sua metà, quando si accorse che il lungo vestito era rimasto impigliato in un ramo caduto a terra.
Non volendolo rovinare, si girò per cercare di districarlo, ma evidentemente il destino aveva voluto che restasse impigliato.
Il cielo, forse invidioso per la coppia, iniziò a far cadere le proprie lacrime. Prima piccole, silenziose e poi sempre più copiose.
In un batter d'occhio quella che era una notte grigia ed oscura si tramutò in un temporale brutale.
La giovane donna, consapevole che il suo amato non avrebbe resistito sotto una tale interperia, cercò di liberarsi con più foga di prima...
Tuttavia il destino può essere davvero crudele.
Tirò, strattonò, cercò di strappare quel maledetto vestito, ma nulla sembrava schiodarla dalla sua posizione.
Era lì, impotente, costretta ad osservare come la pioggia stesse sciogliendo il suo amato.
Fu allora che, pervasa da un'improvvisa forza, la giovane riuscì a strappare il vestito e correre verso il suo amato, ma ormai non c'era più nulla da fare...
il piccolo cubetto di ghiaccio era praticamente del tutto sciolto.
Con una mano tremante sfiorò il cubetto, tracciandone il contorno ormai indefinito, imbruttito dalla pioggia crudele, prima che si scomparisse del tutto.
Alle lacrime del cielo, se ne aggiunsero delle altre, più tristi e sincere... e di colore nero.
ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. 
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. 

Mi sono accorto ora che ha sempre avuto la come badge accanto al nome...

purtroppo a me le battute sull'11 settembre fanno sempre ridere... so che c'è poco da ridere però l'ironia è tutto ciò che mi rimane...
Stregatto e i virali:

non sono mai abbastanza per nessuno ed è veramente avvilente. vorrei dire che non me ne frega niente, che mi stimo abbastanza da non credere che il problema sia io, ma ovviamente non è così. è solo estremamente umiliante.
però dai sta tornando il periodo delle candele

Come mi guarda la bro dopo averle smesso di schiaffeggiare il culo dopo 10 minuti filati

Ok ho deciso di scrivere un romanzo su ice e una gotica culona 

Anónimo
behind hint

La cosa più bella di questo sito è che rispetto all'altro si può andare punto.
E.
A capo.
E.
A capo.
come mi sento ad inviare la quindicesima email ai miei professori che probabilmente arrivo in ritardo perché il bus del ha deciso di non passare
