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3 hours ago
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La realtà dei fatti e che non mi sto obbligando a non avere altre relazioni ma sto cercando di vedere sempre lei morbosamente in altre ragazze che conosco, così non potrà mai nascere qualcosa, che mente di merda che ho.
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12 hours ago
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13 hours ago
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13 hours ago
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14 hours ago
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14 hours ago
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Ho già la lore dello zio alcolizzato e senza moglie a 18 anni, ma come é possibile?
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15 hours ago
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Non lo so rick...non penso proprio
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15 hours ago
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16 hours ago
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(Ho commentato il tik tok, così "potevi rimanere a parlare di libri, facevi una figura migliore!" ovviamente commento eliminato dopo 10 minuti, vabbè sono ahh freaky io)
Ho ascoltato con attenzione il video della professoressa e non ci vedo cattiveria, ma il sintomo di un sistema in crisi, e di una persona abbastanza confusa. La sua non è un'argomentazione pedagogica, ma la cronaca di una resa. Il suo desiderio di un "clima fruttuoso" è nobile, ma confonde il silenzio imposto con il rispetto. Bandire il cellulare non crea un ambiente di apprendimento, ma un'obbedienza superficiale basata sul sospetto, trasformando il docente in un controllore. È la pedagogia della paura, non del rispetto.
L'alibi della "mancanza di tempo" per l'educazione digitale è la più chiara confessione di un fallimento sistemico. Invece di chiedere gli strumenti e la formazione per integrare la realtà degli studenti nella didattica, si sceglie la via più semplice: l'esilio di quella realtà dall'aula. È una difesa della propria comfort zone, non della missione educativa. Anche la narrazione del pericolo è fuorviante. Chattare, giocare o distrarsi sono le versioni 2.0 dei bigliettini passati sotto il banco. La scuola ha sempre affrontato la distrazione; la differenza è che oggi, di fronte a uno strumento potente, abdica al suo ruolo educativo invece di elevare la sfida. Si rifugia in una bolla artificiale per non affrontare la complessità del presente.
Questa posizione nasce dalla paura: paura di uno strumento che non si sa gestire, di studenti la cui realtà è percepita come aliena e di ammettere che i vecchi metodi non bastano più. Ma difendere il cellulare non significa volere il caos in classe; significa esigere una scuola all'altezza del suo tempo, che insegni l'uso critico e che non fugga dal mondo reale. Il divieto è un anestetico che nasconde la malattia: il profondo scollamento tra la scuola e la società. È una soluzione semplice per un problema complesso, e per questo è la soluzione sbagliata.
Adesso la finirò con questo discorso ma volevo solo mettere i puntini sulle i aperte.
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17 hours ago
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NO VABBBE HAHAHAHA HO TROVATO SU TIK TOK UB VIDEO DI UNA MESTRA CHE DICE DI ESSERE PRO ALLA LEGGE DI VALDITARA é un caso umano ci devo fare un post assolutamente dove la psicoanalizzo mi diverto troppo scusate
18 hours ago
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18 hours ago
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Rara foto di ice e eos insieme...che coppia bellissima...quasi piango.
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18 hours ago
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Top 10 cose che può fare un uomo invece del sesso

Comunque torno a leggere un altro po'...sappiate che non sono pazzo voglio solo conoscere bene il cervello e come funziona ci riuscirò un giorno giuro.
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19 hours ago
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Mi aveva chiesto di taggarla, @pali
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20 hours ago
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1 day ago
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1 day ago
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2 days ago
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Quindi protagora odia anche me...sono un terrone sporco...
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2 days ago
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Ma raga e facilissimo me ne sono accorto in 2 secondi...
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2 days ago