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"Dall'esterno le creature volgevano il loro sguardo dal maiale all'uomo, e dall'uomo al maiale, e ancora dal maiale all'uomo, ma già era impossibile distinguere l'uno dall'altro."
Così George Orwell conclude la narrazione de "La fattoria degli animali."

Sono rimasta qualche istante a leggere e rileggere il testo poc'anzi riportato.
Solo una domanda annebbiava la mia mente: com'è che avviene questa metamorfosi?
In che modo i maiali hanno fatto prevalere il potere sul dovere, il rancore sull'amore?

Il nostro passato, del resto, ci offre esempi concreti:
Napoleone Bonaparte, da liberatore dalla dittatura, divenne il custode delle chiavi della libertà, trasformando il suo ruolo in quello di oppressore.

È importante chiarire un punto: non è questione di capire perché esista la cattiveria. In tutti noi c'è un Mr. Hyde.
Ma quand'è che questo raccapricciante signore inizia ad appropriarsi completamente dei nostri corpi?

Nel racconto si è partiti da un principio di libertà e felicità assoluta. Poi, però, mentre si combatteva contro il nemico, si diventava come lui.
La verità, forse, è che, essendo circondati dal male, finiamo per abituarcene.
E così, all'improvviso, diventiamo esattamente come chi disprezziamo.

Non ce ne rendiamo nemmeno conto: lo sguardo luminoso diventa più buio. La mano tesa si trasforma in un pugno.
Le parole (prima pronunciate per aiutare) scagliano sull'animo ogni putrido rancore.

Nel frattempo, ci osserviamo allo specchio e continuiamo a vedere il nostro viso.
Ma lo specchio è un po' appannato e, ormai, riflette il volto di qualcun altro.

Non so se quello specchio si frantumerà mai, se uno di quei frammenti di vetro riuscirà a raggiungere qualcuno di noi, colpendolo.
Non so se la ferita provocata riuscirà a svegliarlo dal sonno profondo in cui è intrappolato.

Ma so per certo che questa trappola umana non è permanente.
Che le lotte dei più ambiziosi non sono finite nel niente.
E che, in quanto umani, abbiamo un cuore, e per questo non potremo mai perdere valore.
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15 Aug 2025 at 21:30
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ciò che mi manca dell'essere bambina è l'entusiasmo. Un tempo ero io quella che correva in riva al mare in preda alle risate e prossima a cadere sulla sabbia. Adesso a correre sono altri bambini, mentre io, sorridente, li guardo.
15 Aug 2025 at 16:58
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oggi mi sono sentita amata, considerata, vista.
Non mi sono guardata intorno, ho osservato con ammirazione le persone che fanno davvero parte del mio mondo. Ho lasciato che il sole riscaldasse il mio corpo. E nel frattempo, mi son resa conto di quanto valore abbiano le piccole cose.
Per una volta, non sono stata lacerata dal pensiero di dover fare di più.
Oggi mi sono sentita nel posto giusto, con le persone giuste.
Ed io mi sono sentita giusta.
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14 Aug 2025 at 23:08
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"Non dobbiamo necessariamente essere dei genii per poter essere e per poterci riconoscere come esseri unici al mondo."
Così scrive Thomas Bernhard in una delle pagine de "Il soccombente."
Avete mai letto una frase che, senza alcun permesso, ha colpito il vostro corpo per poi insediare il vostro cuore?
Questo è quello che la frase poc'anzi riportata ha fatto con me.

Non mi sono mai sentita abbastanza o all'altezza: temevo di non essere vista, di restare un'ombra silenziosa, di essere un segno inciso per sbaglio nelle pagine di un romanzo.
Di conseguenza, con un peso nell'anima, ho sempre ricercato la perfezione.
Perché (per errore) ho creduto che per essere apprezzata, avrei dovuto impersonare la figlia perfetta, la sorella perfetta, l'allieva perfetta.
Insomma, sarei dovuta essere un "genio".
Ma io, a quel termine, non mi sono mai nemmeno avvicinata di un passo. Dunque, mi sono trovata in contrasto con ciò che ero e con ciò che volevo essere, perennemente insoddisfatta di me stessa.
Da una parte la credenza di dover seppellire il mio "io",
dall'altra, la speranza di meritare uno sguardo di stima, anche nella mia imperfezione.
E poi, così, all'improvviso, arriva Bernhard, che con estrema facilità è come se mi avesse detto:"Perché devi impiegare le tue energie nell'uccidere i tuoi difetti, le tue diversità? Ricerca, invece, in ogni piccola e grande parte del tuo corpo, ciò che ti contraddistingue dagli altri. E non perché ciò che hai tu sia migliore. Ma perché ciò che hai tu, non lo avrà nessun'altro e viceversa. Tu sei unica al mondo, perché nessun'altro potrà essere te."

Non mentirò, Bernhard non ha avuto il potere di cancellare con una gomma ogni mio dubbio. Ma sicuramente è riuscito a mettere del disinfettante nella mia ferita facendola bruciare. E piano piano, ha dato inizio alla sua cicatrizzazione.
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12 Aug 2025 at 22:34
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Di notte mi alzo, guardo la finestra e vedo così tante stelle brillare.
Tutte simili, quasi uguali: una più viva, l’altra meno.
Ma è proprio perché sono insieme se stasera ho deciso di studiare il cielo.

Mi chiedo se una stella, tra tante altre stelle,
abbia mai avuto il timore di spegnersi nel nero
per colpa di un dubbio non vero.

Nell’intento di cogliere ogni piccola scintilla,
ciascuna stella io osservo.

“Stella, puoi tu vedermi?
Brillo come tu sei capace?”

Non sento risposte.
Chiudo la finestra
con la certezza
di non poter essere un astro,
solo un umano che ricerca la luce.
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10 Aug 2025 at 1:13