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1 agosto 2025, 4:58
Il Tempio della Velocità - capitolo 10: la Curva Parabolica/Michele AlboretoDopo la Variante Ascari si entra nel rettilineo opposto ai box, si entra con una frenata molto forte, che porta le velocità dai 330 ai 180 chilometri orari. La curva è molto lunga e a raggio crescente, motivo per cui bisogna trovare il giusto equilibrio in accelerazione: troppo lenti si ha meno velocità sul rettifilo di partenza, ma troppo veloci si perde la macchina, finendo nella lunga via di fuga.Nell’anno di costruzione dell’impianto, i due rettilinei erano collegati da una curva senza nome, situata più avanti. Non c’è traccia di un nome preciso, si parla solo di Curvetta. Nel 1927 si comincia a denominarle Curvette. In realtà, si trattava di due tornanti caratterizzati da un raggio di 60 metri e da un’ampiezza di 90°, uniti da un brevissimo rettifilo. Vista la particolarità dalla pavimentazione, formata da tanti cubetti di porfido, divenne famosa per essere la Curva del Porfido. Ricostruita nel 1955, quando il tracciato tornò alla sua impostazione originaria, fu chiamata Curva Parabolica per il disegno e la traiettoria che descriveva.C'è un errore troppo comune, ovvero quello di confondere Parabolica e Sopraelevata. La Sopraelevata che si trova all'esterno della Parabolica si chiama Curva Sud, e nulla ha a che fare con la Parabolica... più avanti nel nostro viaggio vedremo anche lei. Dal 2021 la Parabolica è intitolata a Michele Alboreto, pilota milanese scomparso vent'anni prima in un tragico incidente durante un test.

E con questa curva abbiamo completato il giro di pista dell'Autodromo Nazionale di Monza. Il viaggio però prosegue, domani scopriremo il paddock.
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10 ago 2025 alle 12:00

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