Boh ho saputo da post e discussioni che sarebbe/è (?) la giornata mondiale degli uomini. Dico la mia. Il punto è che le tematiche legate a dinamiche prettamente maschili in un trend di crescita non sono per nulla mainstream, e non vedo perché parlarne di più, con una giornata o meno, che poi non deve essere perforza istituzionalizzata come l'8 marzo, sarebbe un problema. Salute mentale, ritiro sociale, solitudine, stigma su verginità e giudizio in base al numero di esperienze, difficoltà ad esprimere i propri sentimenti per aspettative (su cui si, si può lavorare) sia da donne che tra uomini stessi, sull'uomo forte che soffre in silenzio. Non sono elementi legati solo al singolo. Strutturalmente c'è l'incapacità di trovare e proporre un modello maschile di riferimento con cui poter relazionarsi all'altro sesso dovuto al crollo di quelli preesistenti, donne maggiormente come parte selezionatrice nel dating game, e quindi 1 sia standard più elevati richiesti 2 competizione tra gli stessi uomini che si polarizzano tra quelli che si appigliano a quello stereotipo machista da tutti propagandato come superato, in alcuni casi sfociando nel tossico e persone anche non di molto più insicure che subiscono questo cambio di paradigmi con ansia, auto isolamento, e paura del rifiuto (quest'ultima anche grazie alla tossica cultura delle red flag, ovvero letteralmente incapacità di capire comportamenti malsani in autonomia). Questo non implica che vorrei tornare indietro ma è una conseguenza di fatto dell'emancipazione femminile. E al di là di relazioni ci sono temi di solitudine anche solo in quanto a facilità di avere una rete sociale, tassi di abbandono scolastico, affidamento figli, suicidi. Problemi reali e spesso crescenti ma non mi va di rendere tutto un elenco di numeri. Se se ne parlasse più apertamente e "pubblicamente" non ci sarebbero neanche radicalizzazioni che portano a qualche incel incazzato col mondo. Per esempio, nella sezione commenti video di marco crepaldi, psicologo specializzato in questi temi e molti altri parlandone da anni molto meglio di me e di forse tutti qui non troverete nessun commento riducibile a pretese infantili ma persone che, senza sbraitare, generalizzare o altro, si possono confrontare sulle proprie percezioni e vissuti in uno degli spazi offerti da uno dei pochi che porta nel mainstream un certo tipo di temi. La sofferenza è sofferenza, che sia essa un gender pay gap o non avere amici il sabato sera, e se si può anche risolvere di poco, includendo temi nel discorso, va fatto.
@Alva
☭